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 Davanti alla pista di pattinaggio sul ghiaccio... che romantico!... di Alex
 
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The way she looks in the morning!
She ran after the garbage man and said:
"Am I too late for the garbage?"
He said: "No, jump in!"

Richard Prince
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alex (del 30/12/2007 @ 13:10:45, in Società, linkato 687 volte)

inizi a pensare di non essere il solo a...

pensarla in quel modo...

Leggete qui

P.S. Sono stato alla mostra VADE RETRO Arte ed Omosessualità (quella che doveva essere fatta a Milano e che, fortunatamente, è stata fatta integrale a Firenze). Ho visto MISS KITTY... che paura! ; - )

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Di Alex (del 29/12/2007 @ 12:21:02, in Società, linkato 648 volte)

La mia speranza in una stampa di nuovo Stampa, di giornalisti di nuovo Giornalisti, di un'informazione di nuovo Informazione è stata vanificata 24 ore dopo.

Leggete questo articolo cliccando qui.

Ne sapevate nulla?

Che tristezza... per tutto...

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Di Alex (del 28/12/2007 @ 13:54:49, in Società, linkato 643 volte)

Che in Italia i giornalisti stiano tornando a fare i Giornallisti? (la maiuscola non è un refuso)

E' la seconda volta in due giorni che trovo un articolo talmente vicino a me che mi vien voglia di pubblicarlo sul blog.

Stavolta viene da La Stampa.it e lo sottoscrivo in toto:

" L’anno della sciatteria 

PAOLA MASTROCOLA

La moda Jeans sporchi e cinture basse per mostrare le mutande

Trasandato, non curato, lasciato andare: sciatto. Quando per uscire non ci mettiamo la camicia ma infiliamo direttamente il maglione per fare prima; quando riceviamo gli ospiti in pantofole o non ci leviamo le pinzette dai capelli. Quando lasciamo macchie sui vestiti, sui fogli, sulle tovaglie. Quando non ci diamo nemmeno un colpo di spazzola... La sciatteria è non fare bene le cose, metterci negligenza, pigrizia e indifferenza, trascurare un dettaglio, pensando che sia solo un dettaglio, un'inezia. E' sciatto il tecnico che ripara grossolanamente la tua stampante così che gliela devi riportare tre volte; il genitore che dice al figlio di fare i compiti ma non glieli controlla mai; lo studente che non porta il foglio protocollo per il compito e all'ultimo strappa una pagina di quaderno pensando che sia lo stesso.

E' questo «fa lo stesso» che ci degrada e impoverisce, rendendoci poco degni di noi, dei nostri compiti. Niente fa mai lo stesso, e sono proprio i dettagli a segnare la differenza. La bellezza, per esempio, è fatta di dettagli: il colore degli occhi, la trasparenza di una vena. Come anche l'eleganza, la gentilezza, persino la bontà e l'intelligenza. Se indosso un bellissimo vestito ma dimentico di pulirmi le scarpe, se do una buona mancia al fattorino ma dimentico di salutarlo, rovino tutto. L'uomo che cede gentilmente il passo alla donna, se non abbassa anche leggermente il capo in un accenno d'inchino, incrina la perfezione del suo gesto. Anche il sole, se dimenticasse di battere proprio sull'angolino più nascosto e ghiacciato dei monti, guasterebbe l'opera dandoci un tramonto meno rosato. Dettagli, senza i quali saremmo sciatti. Oggi - anno 2007 - siamo, in generale, molto sciatti. La sciatteria è una tentazione senza tempo, un invito che è sempre difficile declinare. E' vero, ma questo anno che sta finendo è stato un anno particolarmente sciatto. Non ha curato i dettagli, ha mancato la bellezza, l'ordine, l'esattezza, l'eleganza, la bontà. Tanto per cominciare, ha fatto molti errori di grammatica: sui giornali, alla tivù, nelle telefonate (così ben intercettate e con perizia trascritte), a scuola, negli uffici e infine su YouTube. Se n'è infischiato delle regole, non ha messo gli accenti, ha saltato gli apostrofi, ha inciuccato l'uso dei tempi verbali: è stato un anno sgrammaticato, sregolato, disaccentato e disapostrofato. In più, ha usato espressioni basse, volgari, sboccate, triviali. Il parlar volgare è una scorciatoia troppo facile, e già solo per questo dovremmo evitarlo: dimostra che non abbiamo la forza delle scelte lessicali ardue, che non vogliamo rischiare nulla, che prendiamo quel che c'è nell'aria, orecchiamo, ripetiamo pedestremente quel che dicono tutti, senza fare lo sforzo di una minima ricerca, non siamo cavalieri erranti, siamo solo erranti, gente che erra nel senso di «sbagliare» e non anche nell'altro più nobile del «girovagare», dell'andare alla ricerca. Siamo immobili, paralizzati dentro il linguaggio. Parallelepipedi parlanti. Dunque sciatti! Essere sgrammaticati e volgari altro non è che una forma di sciatteria. E' un modo di abitare male la lingua, con disamore, disattenzione, cialtroneria. L'anno che volge al termine si è anche vestito male, pacchiano, disordinato, sguaiato. Non ha avuto cura di sé nel mostrarsi agli altri, né cura degli altri nel mostrare sé. Ha sbrindellato jeans, abbassato cinte per esibir mutande, gelidificato capelli. È andato a zonzo con l'anello alle orecchie e l'ombelico di fuori. Ha indossato la tuta da ginnastica per andare al ristorante. Ha scelto borse troppo firmate, felpe troppo stampate, scarpe troppo appuntite come la punta di una cazzuola. Ma soprattutto è stato un anno bullo. Violento, arrogante, irriverente. Non ha usato rispetto. Ha trattato male i più deboli, ha irriso i superiori, ha molestato le persone normali. Ragazzi che picchiano compagni disabili, deridono compagni gay; professoresse discinte che «scherzano» con gli allievi; studenti che allagano - o a scelta incendiano - le scuole; genitori che tirano pugni ai presidi; politici e alti funzionari che insultano, offendono, chiedono e offrono favori illeciti, usano parolacce. Già, perché i bulli non sono solo i ragazzini e non abitano solo nelle periferie: sono anche gli adulti, i potenti, e abitano nei quartieri bene, nei palazzi, nei ministeri. Non so come, ma credo esista un preciso legame tra sciatteria e bullismo. Forse il bullismo è la forma estrema della sciatteria. Nasce dalla stessa volontà di non far bene le cose, di trascurare, di negligere: di non avere rispetto.

Bullismo è volersi sentire così potenti da ignorare i sentimenti dell'altro, non rispettare la sua persona, umiliarlo. Forse, ricevere gli ospiti con il vestito sporco o le mutande in evidenza non è poi così diverso dall'imbrattare i muri di una classe o deridere il compagno o vendere foto segrete al migliore offerente: si tratta in ogni caso di aver perso il rispetto, per le persone, per i luoghi, per le istituzioni; di cedere a quella volontà negativa del non fare bene le cose, del tirar via, del fare la minor fatica perché tanto quel che conta non è più rispettare l'altro, ma apparire il più potenti possibile, così potenti da dire: non mi curo di te, di quel che sei, di quel che pensi. Il 2007 infatti ha saltato la punteggiatura. Era già tutto detto lì, in quella omissione. Non ho mai visto omettere tante virgole come quest'anno. Su internet, posta elettronica, sms, compiti in classe, tivù, giornali, bigliettini d’auguri....E’ stato un anno senza virgole. Ma come si fa? Una pagina è un microcosmo ordinato, dove tutto si tiene, tutto ha una gerarchia e un ordine precisi, dipende da legami, da un prima e un dopo, e la punteggiatura è ciò che assicura tale ordine, è l'impalcatura dell'edificio. Se manca, l'edificio crolla, si sgretola in nulla, non ha più senso, cede, si sfilaccia, si fa poltiglia. Parole disperse, senza più un ordine e un fine. Un mondo senza virgole è per forza un mondo sciatto, quindi violento, maleducato, arrogante. Mi fa paura. Nell'anno che verrà potremmo ripartire dalle virgole. Così come da una camicia pulita, un saluto, un lavoro ben fatto. Chissà, magari funziona: potremmo tornare a essere gentili, accurati, attenti, coscienziosi, diligenti. Potremmo, solo rimettendo le virgole al loro posto (un così piccolo dettaglio...), essere il contrario di sciatti. "

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Di Alex (del 27/12/2007 @ 17:32:51, in Società, linkato 634 volte)

Oggi su Repubblica (e repubblica.it) è stato pubblicato un commento di Scalfari sul caso Binetti.

Non avrei assolutamente potuto esprimermi meglio.

Non posso fare altro che riportarlo pari pari.

Da Repubbica del 27 dicembre 2007

"Non nominate il nome di Dio invano

di EUGENIO SCALFARI


MI HANNO molto colpito i pensieri e le parole scritte nei giorni scorsi dalla senatrice Paola Binetti e da lei affidate in una lettera al "Foglio" che, a quanto lei stessa scrive, è ormai il suo giornale di elezione. Il testo di quella lettera è stato poi integralmente ripubblicato dal "Corriere della Sera". E di nuovo la senatrice ha ripetuto e ancor più estesamente formulato i suoi pensieri in un dialogo sulla "Stampa" con Piergiorgio Odifreddi.

Il tema di questi interventi è singolare. Viene affrontato per la prima volta nel mondo e per la prima volta nella Chiesa cattolica da parte d'un cattolico militante che si riconosce in un partito ed ha un seggio nel Senato della Repubblica. Si tratta dell'intervento di Dio nella formulazione delle leggi, sollecitato dalle preghiere della senatrice devota.

Ricordo il caso per completezza di informazione. Si votò pochi giorni fa in Senato la conversione in legge del decreto sulla sicurezza. Tra le varie norme ce n'era una che configurava come reato di razzismo la discriminazione nei confronti degli omosessuali effettuata con atti o parole di istigazione a discriminare. La Chiesa si allarmò per timore che la sua predicazione che considera l'amore tra omosessuali una devianza contro natura venisse giudicata reato penalmente perseguibile. Reclamò la cancellazione di quella norma e invitò esplicitamente i parlamentari cattolici a votare contro di essa.

Si trattava con tutta evidenza d'un intervento e d'una interferenza che violavano in modo grave le disposizioni concordatarie. Talmente scoperta - quell'interferenza - da richiedere una protesta formale del governo nei confronti della Santa Sede. Protesta che invece e purtroppo non c'è stata.

Il governo però, a sua volta allarmato dai possibili effetti di quell'interferenza clericale, pose la fiducia sul decreto e sui singoli articoli. I molti parlamentari cattolici che fanno parte della maggioranza votarono la fiducia pur con qualche disagio di coscienza. La Binetti, anch'essa con qualche disagio di segno opposto, votò invece contro la fiducia, cioè contro il suo partito e il suo governo, in obbedienza al dettame della gerarchia ecclesiastica romana.
Il Partito democratico nel quale la senatrice milita decise di mostrare comprensione per il suo voto di dissenso e di non applicare nei suoi confronti alcuna censura politica.

Quanto alla norma concernente l'omofobia, essa fu approvata per un solo voto. Quello contrario della Binetti (e l'altro egualmente contrario del senatore a vita Giulio Andreotti) furono infatti compensati da altri voti. Forse ispirati, questi ultimi, dal demonio. Non si sa e non si saprà mai.

* * *

Fin qui il caso Binetti. Niente di speciale: un caso di coscienza che avrebbe potuto far cadere il governo il quale riuscì tuttavia ad ottenere la fiducia e passare ancora una volta indenne in mezzo a tante traversie.

Trasferitosi l'esame della legge alla Camera, dove il governo dispone d'una più solida maggioranza, si scoprì però che proprio quell'articolo sull'omofobia era affetto da un errore di redazione. Si menzionava infatti come punto di riferimento della norma una direttiva dell'Unione Europea contenuta in un trattato che risultò non essere quello citato ma un altro. Insomma una citazione sbagliata, un errore di sbaglio come si dice in casi analoghi con qualche ironia.
Per evitare che l'emendamento dovesse nuovamente implicare un voto del Senato, il governo decise alla fine di far cadere l'articolo in questione per poi ripresentarlo in altro modo e con altro strumento legislativo.
Normale gestione d'una situazione parlamentare complicata.

* * *

Ma ecco a questo punto insorgere un secondo caso Binetti. Ben più clamoroso del precedente, anche se per fortuna senza effetti parlamentari immediati. E sono appunto le lettere al "Foglio" e il dibattito sulla "Stampa" dove la senatrice sostiene la tesi del miracolo. L'errore di sbaglio, la citazione incomprensibilmente sbagliata non si può attribuire, secondo la Binetti, ad una trascuratezza umana. Quella trascuratezza c'è indubbiamente stata, ma non è né dolosa né colposa. E' talmente macroscopica e impensabile che non può che essere stata effetto d'un "intervento dall'Alto" - così testualmente scrive la Binetti - stimolato dalle sue preghiere.
La senatrice enumera altri casi di leggi e norme da lei ritenute indispensabili per il bene della comunità e della morale, che sono state approvate in Parlamento e da lei attribuite ad altri "interventi dall'Alto", anch'essi stimolati dalle sue preghiere.

Altre norme da lei desiderate e altre preghiere da lei elevate al cielo non hanno invece trovato ascolto (è sempre la senatrice che parla) ma ella non dispera che lo troveranno in un prossimo futuro.

Siamo di fronte ad un caso che, come ho prima accennato, non ha riscontro nella storia né parlamentare né religiosa di nessun Paese. Leggi e norme sull'approvazione delle quali si sarebbero verificati interventi di Dio in accoglienza di preghiere di parlamentari. Come giudicare simili affermazioni? Una presunzione inaudita? Un disturbo mentale? Una fede capace di muovere le montagne e quindi nel caso specifico di ottenere risultati parlamentari altrimenti inspiegabili? Una forma di fondamentalismo ideologico che può suscitare un anti-fondamentalismo di analoga natura ma di segno diverso?

* * *

Mi permetto di segnalare alla senatrice Binetti che il tipo di preghiere da lei elevate a Dio affinché intervenga nella legislazione italiana sono decisamente in contrasto con la costante dottrina della religione da lei professata.

E' curioso che la senatrice non se ne renda conto. È ancor più curioso che sia io a segnalarglielo. Ciò crea una situazione a dir poco comica. Divertente. Paradossale.

La dottrina cattolica infatti ha costantemente incoraggiato la preghiera dei suoi fedeli. La preghiera privata ma soprattutto quella liturgica, tanto meglio se effettuata pubblicamente e coralmente nelle chiese o in qualsiasi sede appropriata.

Ha anche indicato - la dottrina - quale debba essere l'oggetto della preghiera. Non già invocare Dio a compiere miracoli su casi concreti come la guarigione da una malattia o, peggio, un beneficio immediato, una promozione, una vincita alla lotteria, l'ottenimento d'un posto di lavoro e simili.

L'approvazione di un articolo o di un comma o la vittoria d'un quesito referendario non sono state mai contemplate in questa casistica, ma ritengo che possano logicamente rientrarvi. Impegnare il nome e l'intervento di Dio in questi "ex voto" avrebbe piuttosto l'aria d'una provocazione e sfiorerebbe la blasfemia violando il comandamento mosaico che fa divieto di "nominare il nome di Dio invano".

L'oggetto della preghiera deve essere solo quello di chiedere a Dio che la sua grazia discenda sull'orante, che lo aiuti a sopportare il dolore e la sofferenza, che non lo induca in tentazioni, che lo liberi dal Male (cioè dal peccato), che fortifichi il suo amore per il prossimo.
Perciò lei fa benissimo, senatrice Binetti, a pregare affinché la grazia discenda su Giuliano Ferrara (nella sua lettera al "Foglio" c'è scritto anche questo) volendo, potrebbe anche cimentarsi a chiedere che la grazia divina scenda su di me. Non me ne offenderei affatto e sarebbe carino da parte sua.

Ma coinvolgere Dio nella discussione parlamentare, questo, gentile senatrice, è una bestemmia di cui forse lei dovrebbe confessarsi. Però da un sacerdote scelto a caso. Se va da sua eminenza Ruini sarebbe sicuramente assolta in terra. In cielo non so.

Post scriptum. "Il giusto modo di pregare è un processo di purificazione interiore. Nella preghiera l'uomo deve imparare che cosa egli possa veramente chiedere a Dio, che cosa sia degno di Dio. Deve imparare che non può pregare contro l'altro. Deve imparare che non può chiedere le cose superficiali e comode che desidera al momento, la piccola speranza sbagliata che lo conduce lontano da Dio. Deve purificare i suoi desideri e le sue speranze".

Queste parole si leggono nell'enciclica "Spe Salvi" di Benedetto XVI, a pagina 64 nell'edizione dell'"Osservatore Romano". Le rilegga, senatrice, e cerchi di capirne bene il senso. Soprattutto non si autogiustifichi: il Papa, nella pagina seguente, ne fa espresso divieto.

(27 dicembre 2007"

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Di Alex (del 27/12/2007 @ 01:01:49, in Noi, linkato 583 volte)
Alla fine della cena "macrobiotica" che poi tanto non lo era... Anzi per niente, per l'ennesima volta ci siamo fatti prendere la mano dalla voglia irrefrenabile di far manicaretti... Ringraziamo tutti, ma proprio tutti i nostri 12 amici che sono venuti a trovarci:
Luca & Diego, sempre splendide forchette, sono orgoglioso di voi (anche se Luca voleva mangiar leggero, e non c'è riuscito)
Daniele e Roberto, grazie dei libri e dell'apprezzamento per le galette e per le lasagne vegetariane
Luca/Desy, ottima forchetta, non immaginavo fossi così resistente!
Mauro, la new entry, ti sei difeso bene nonostante non fossi neanche lontanamente abituato e/o preparato alle nostre cene pantagrueliche
Aldo e Joaquin, una vera soddisfazione per i cuochi, Joaquin voglio la foto del pandoro/albero di natale!
Marco e Gianni, dopo tanto tempo ci siamo ritrovati, mi ha fatto proprio piacere
Christiane, favolosa come sempre e come sempre dimentichi qualcosa, hai lasciato i vini di Antonio ed, ancora, l'ombrello!!!
Antonio, spettacolare forchetta come sempre, mio orgoglio... Buona notte con l'orsacchiotto, e sogni d'oro!!!

Grazie veramente a tutti, buona notte!!!
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Di Alex (del 25/12/2007 @ 01:41:05, in Noi, linkato 639 volte)

Buone feste da BlogginoNS

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Di Max (del 23/12/2007 @ 20:11:28, in Max, linkato 633 volte)

In un momento di depressione da shopping natalizio ho deciso di farmi un auto-regalo. Un nuovo profumo. La scelta è caduta sulla nuova fragranza di Tom Ford... indovina indovinello quale delle due foto qui sotto mi ha indotto all'acquisto?

Tom Ford in Out 

Tom Ford pour Homme

Avete indovinato? : - )

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Di Alex (del 21/12/2007 @ 01:17:52, in Italia, linkato 824 volte)
Fra puttane e spose... diceva Jovanotti. Invece ora qualcuno distingue fra prostitute e di sinistra.
Contente le donne di destra che lavorano in RAI...
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Di Alex (del 18/12/2007 @ 01:03:00, in Noi, linkato 2105 volte)

Esattamente un anno fa si è spento BLACK, il nostro bellissimo pastore alsaziano. In effetti era il cane dei genitori di Max, ma veniva e andava da casa nostra tutte le volte che voleva.

Ci conoscevamo da 8 anni io e Black, e ci siamo subito voluti bene. E' stato in assoluto il primo della famiglia di Max ad accettarmi, senza riserve. Ricordo ancora come fosse ieri il giorno che, durante una passeggiata al parco delle Cascine, per la prima volta mi ha incluso nel gregge, facendo in modo che io mi trovassi all'interno del guinzaglio.

Ricordo ancora quando ci addormentammo tutti e due sul divano e Max ci trovò in quel modo... ed ancora quando io e Max stavamo guardando la TV e lui, salendo sul divano finì per... farci sedere sui braccioli!

E' stato in assoluto il primo cane che ho avuto ed a cui ho voluto così bene. Non credo che riuscirò a farlo di nuovo... ancora oggi solo a pensarci mi fa male... Black, mi manchi.

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Di Alex (del 16/12/2007 @ 02:09:55, in Alex, linkato 604 volte)
Un ringraziamento a tutti gli amici che hanno partecipato, dal vivo, o per telefono, ai festeggiamenti per il mio 36 esimo compleanno. A breve il post con le foto... Per adesso un grazie a LARVOTTO! Ciao, tieni duro!!! ; - )
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